The Fire
Tra le skills che si devono avere quando ci si avventura in luoghi selvaggi, la capacità di accendere un fuoco, è certamente la più importante.
Il fuoco tiene caldi, allontana gli animali selvatici, si può utilizzare come segnalazione, permette di preparare cibo caldo ed è un aiuto psicologico di non poco conto in caso di emergenza.
Tuttavia accendere un fuoco non è sempre facile, ci si può ritrovare a sprecare risorse preziose nel tentativo di farlo partire o di bruciare troppo in fretta le risorse a disposizione.
Nel caso del Canyoning, oltre all’arrosto finale che è un classico, accendere un fuoco è di vitale importanza nel caso di una permanenza forzata all’interno della forra. Il primo rischio che si corre durante una permanenza è certamente l’ipotermia.
L’ipotermia è una condizione fisica in cui il corpo scende sotto i livelli normali di temperatura, si può considerare ipotermia quando la temperatura corporea scende al di sotto di 35°C. Esiste una classificazione della gravità dell’ipotermia basata sulla sintomatologia che si riassume così:

La prevenzione è la migliore soluzione, perciò la prima cosa da fare quando non si hanno alternative alla permanenza, è cercare di costruire un riparo ed accendere il fuoco. Ogni buon escursionista ha con se almeno:
- un accendino, ne esistono vari modelli in commercio, personalmente consiglio gli accendini anti-vento piezoelettrici perchè, al contrario di quelli con la pietrina, non danno problemi in ambienti umidi o bagnati.
- Una coperta isotermica per la costruzione di un riparo di fortuna.
- Una candela o un cero.
Se si ha la fortuna di trovare della legna, magari anche asciutta, l’accensione del fuoco risulta piuttosto semplice, mentre in ambienti come i canyon la probabilità di trovare del buon combustibile si riduce drasticamente.
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